martedì 25 marzo 2014

Razzismo

Ho scoperto di essere tanto razzista.
Il mio è un razzismo "particolare", ma è pur sempre razzismo.
Non discrimino le persone per il colore della pelle, l'etnia, la religione o i gusti sessuali. Figuriamoci! Sono la prima a sentirmi "libera" di fare ciò che voglio senza intralciare la libertà altrui.
Ma ho sviluppato una profonda avversione agli stupidi.
Prima li riconoscevo al volo e li sopportavo.
Ora sono completamente e profondamente razzista nei confronti degli stupidi.
Non riesco nemmeno a sentirli parlare.
Non voglio averli vicino a me.
Non ho voglia di perdere nemmeno un minuto della mia vita con loro.
E non parlo di ritardi mentali, per carità.
Parlo solo ed esclusivamente della pura stupidità.Di quelli che aprono (troppo spesso) la bocca solo per dare aria, per dire cose idiote.
Che poi, non so perché, lo stupido si crede intelligente o simpatico. O entrambe le cose.
O il mio livello di tolleranza si è abbassato bruscamente o la stupidità comincia ad essere una malattia troppo diffusa.
Penso che se fossero animali sarebbero già estinti da un pezzo. Gli animali si accoppiano (e quindi procreano) solo con i migliori esemplari.
Noi umani, invece, siamo l'esatto opposto.
Gli stupidi procreano con una facilità disarmante.
La mia autostima mi convince che non sono stupida.
O, almeno, mi fa tenere la bocca chiusa per non fare o dire cose stupide.
Cerco di non parlare mai a sproposito, pondero le parole da dire per non offendere nessuno.
Compio azioni pensando sempre alle conseguenze e me ne assumo la responsabilità, nel bene e nel male.
Ma troppo spesso mi accorgo di perdere giornate intere appresso a stupidi, quando invece potrei utilizzare quel tempo per fare qualcosa di utile. Per me, per la mia famiglia, per gli altri, per il mondo intero.
Il fatto è che per quanto possa decidere di non dar importanza a certa gente, mi ritrovo a parlare, discutere e ad incazzarmi per qualcosa che hanno fatto o detto.
Quando mi accorgo che sto perdendo tempo, è troppo tardi. Mi hanno già fottuto un po' della mia esistenza.
E' difficile, ma ci devo riuscire.
Voglio escludere dalla mia vita gli stupidi.
O almeno...dare una bella sfoltita.

domenica 23 marzo 2014

Domenica mattina

In attesa della bella stagione che il week end ci vede "fuggire" nella nostra casa in montagna....

La domenica mattina dovrebbe essere il momento per riposarsi, dormire un po' di più.
Dovrebbe.
Non abbiamo nessun obbligo religioso, niente impegni particolari, quindi nulla ci vieterebbe di dormire mezz'ora in più.
Ok, io sono la dormigliona ufficiale della casa, ma durante la settimana, chi più chi meno, ci lamentiamo quando suona la sveglia.
Così dovrebbe essere.
Dovrebbe.
Stanotte mi sono svegliata di soprassalto con il pensiero che non avevo spento la sveglia sul cellulare (nota per Ros: è l'unica funzione che ha il mio telefono, ma non posso nemmeno programmarla lun-sab!!).
"Cazzo!!! La sveglia!!! Se non la spengo, domattina sarò una furia delirante!!!"
Mi alzo e procedo a tentoni per non svegliare nessuno.
"Porca puttana! Dove l'ho messo? Dov'è???? Non vedo niente al buio senza occhiali! Porca ....".
Dopo varie imprecazioni, lo trovo e disattivo la sveglia. Torno a letto baldanzosa.

Stamattina.
"Mamma, mamma, SVEGLIAAAAA!!"
"Eh....cosa....dove....come...."
"Va bè, dormi pure pigrona! Io vado di là..."
"Ma che ore sono?"
"Le sei e mezzo"
"?????"
Per dovere di cronaca: la sveglia che mi ero tanto preoccupata di spegnere avrebbe suonato alle sette.

Per fortuna domani è lunedì: potrò dormire mezz'ora in più!


mercoledì 19 marzo 2014

MUSICA, MAESTRO!

Premessa
Amo la musica al pari della cioccolata. Ovvero non posso vivere senza.
Sono drogata di musica, ecco.
Preferisco il rock, ma amo la buona musica in generale, senza limiti di genere.


Oggi voglio lanciare un appello alle maestre che insegnano musica nelle scuole primarie.

Prima di tutto avete tutta la mia comprensione e la mia stima.
Stare nella stessa stanza con 20-25 bambini muniti di un flauto e due polmoni più grandi della loro gabbia toracica deve essere uno strazio.
A me basta un solo bambino (oltretutto il mio) a farmi desiderare la morte sul colpo.

La musica a scuola (parlo per quella di Diego, le altre non so) è insegnata da una maestra diplomata al Conservatorio. Competente e simpatica, che non guasta mai.
Io credevo che passassero le ore ad ascoltare musichette e battere le mani a tempo; invece già in prima avevano imparato a leggere le note sullo spartito.
Ora che sono in terza sanno (quasi) tutto sui simboli della durata, sulle pause ecc..
Sono molto felice di questa cosa, perchè adesso che assorbono tutto come delle enormi spugne è il momento giusto.
Io l'ho studiata (??!!) da grandicella e ho fatto una fatica enorme, mentre per loro risulta facile come imparare a leggere e scrivere.

Detto questo, avrei delle cosette da suggerire.
Qual è lo scopo dell'insegnare musica a bambini così piccoli?
Come? Cosa dite? Ah...serve per avvicinarli alla musica?
Bene...partiamo da questo.
Ieri ho passato due ore con Diego che provava a suonare una nuova canzone con il flauto.
Lui era stufo e innervosito.
Io vedevo la mia anima abbandonare il mio corpo.
La canzone era oggettivamente, senza mezze misure, orribile. Per niente orecchiabile.
All'inizio ho dato la colpa a lui, magari non era il tempo giusto o chissà cosa.
Poi l'ho cercata su You Tube e ho avuto la conferma...era orribile!
Capisco che bisogna trovare canzoncine abbastanza semplici, ma quella era veramente una sequenza di note senza senso.
E passi la canzone....
Parliamo del flauto.
Ecco, io non sono un'esperta, non ho un orecchio assoluto ma, a occhio e croce, quel tubo di plastica avorio non emette una nota giusta nemmeno se suonato dal signor Bach (non quello dei fiori).
Non crea un suono piacevole, non è immediato.
Perchè non far suonare una mini tastiera? (niente clavietta, la odio!)
Il prezzo non c'entra, perchè con dieci euro in più del flauto si riesce a trovare anche uno strumento decente (visto che viviamo nella città/paese degli strumenti musicali).
Almeno le note sarebbero note e il volume si potrebbe controllare.
Si avrebbero a disposizione più note e, di conseguenza, più canzoni da imparare (magari decenti).
Questa è una mia opinione, ma credo che il flauto allontani i bambini (e non solo loro!) dalla musica.
Gliela faccia odiare.
Passo molto tempo a far ascoltare musica a Diego.
Gli spiego i testi, le storie dei cantanti, dei gruppi.
Gli faccio ascoltare stili diversi, affinchè trovi da solo quello in cui si rispecchia di più.
Ci tengo, perchè, come dicevo, amo visceralmente la musica.
E forse è l'unica vera passione che posso trasmettere a mio figlio.
Ma il flauto mi mette i bastoni tra le ruote.
Avrei voglia di spezzarlo in due e buttarlo dal balcone.

Vi prego, maestre e maestri, in nome della musica, aiutatemi a raccogliere le firme per abolire il flauto a scuola!

giovedì 6 marzo 2014

Ed io che credevo che...

E' passato il periodo  delle notti insonni tra cambi, poppate (prima) e risvegli improvvisi, voglia di coccole o cartoni alle 3 di notte (dopo).
Ora dormiamo tutti in tranquillità, con grande giovamento per corpo e mente.

E' passato il periodo in cui si ammalava per aver preso freddo solo aprendo la porta del frigo.
Quando non sai cosa ha, cosa gli fa male.
Quando ogni medico aveva la sua "teoria" e mi sentivo come su una barca alla deriva, senza vele e senza faro.
Adesso è più forte, si ammala meno ed è lui che mi ricorda che deve prendere l'antibiotico prima di mangiare o si fa i lavaggi nasali da solo.

E' passato il periodo dell'allergia all'uovo.
Quando doveva chiedere sempre gli ingredienti di qualsiasi cibo gli venisse offerto.
Quando all'asilo doveva spiegare ai bambini (ma le maestre dov'erano?) perché lui mangiava una merenda diversa dalla loro.
Quando andare a cena fuori era tutto un litigare con i camerieri che non capivano la gravità della situazione e mi scambiavano per una mamma paranoica.
Adesso può mangiare quasi tutto, anche se è comunque scoglionato e molto selettivo.

E' passato il periodo in cui dovevo rincorrerlo per tutta casa per vestirlo.
Quelle maledette scarpe che non si infilavano mai (supplicavo per l'invenzione di una scarpa spray). E quando uscivo ero tutta sudata e scapigliata per lo sforzo.

Ed io che credevo che il peggio fosse passato...

Invece no.

Più cresce e più riconosco in lui i nostri pregi. E i nostri difetti.
Rivivo quelle situazioni che tutti abbiamo vissuto da piccoli.
Le prime amicizie, le ingiustizie, le delusioni.
Diego è un bambino molto sensibile, onesto, leale e con una grande intelligenza emotiva (esiste? Dopo mi documento...).
Nota ogni piccolo sguardo, gesto o tono della voce.
E lo analizza.
Mi fa domande a cui non so rispondere, se non con il cinismo tipico degli adulti.
Vorrei spiegargli che sono tutte sciocchezze, che non deve dare peso a tutte le cose.
Ma non è vero. Per lui non sono sciocchezze.
E allora cerco di dire le parole "giuste", ma lui mi smaschera sempre e mi spiazza.
Mi rendo conto che è difficilissimo spiegare certe cose, a volte mi sembra impossibile. Penso anche che dalle mie risposte dipenda un po' del suo futuro di uomo e questo mi carica di una pesantissima responsabilità.
Se avessi altri figli probabilmente non avrei tempo e forze per notare tutte le sfumature dei suoi atteggiamenti. Essendo figlio unico è sì al centro dell'attenzione, ma ha con noi un rapporto aperto e sincero che mi sarebbe piaciuto avere con i miei genitori.
Quindi, adesso che credevo che il peggio fosse passato, mi ritrovo a dovermi scontrare con sentimenti ed emozioni.

E rimpiango i pannolini.

Per favore, non ricordatemi che tra qualche anno arriverà l'adolescenza.
Non ci voglio pensare.
Oggi no.