lunedì 4 agosto 2014

Self talker

Parlo spesso da sola.
Non mi rivolgo a nessuna divinità, angelo custode o amico immaginario.
Parlo a me stessa.
O meglio, parlo a Pat.
Ci colloquio alla grande con questa Pat.
La maggior parte delle volte la sostengo e le infondo fiducia e carica.
Come farebbe una buona vecchia amica.
A volte esagero pure con i complimenti, ma so che in quel momento è quello di cui ha bisogno di sentirsi dire.
Talvolta tento di giustificare il comportamento di qualcuno che l'ha ferita, perchè so che la fa stare meglio. Le piace credere che c'è sempre una spiegazione a certi gesti.
Anche se, secondo me, certa gente è stronza e basta.
Ma vaglielo a spiegare, a Pat, che ci sono persone a cui non importa di ferire i sentimenti degli altri e che fanno le cose così tanto per fare, senza pensare alle conseguenze.
Troppo buona o ingenua. O semplicemente cogliona.
Ma tanto poi lei si barrica dietro alla sua corazza forte e fa credere a tutti di essere dura e spietata.
Certe volte ci crede pure, di essere cattiva.
Povera Pat, quante volte crede veramente di essere sbagliata!
Anche se io glielo ripeto sempre che in lei non c'è niente che non va, lei continua a scuotere la testa e a chiedermi "Ma allora perchè....?".
Troppi perchè.
Si fa troppe domande.
Ecco qual è il suo problema principale.
Rivolge domande a tutti.
A me.
Alla cocorita.
Ultimamente anche al gerbillo Galileo.
Che di tutti quelli che l'ascoltano è di gran lunga il più interessato.
La guarda con i suoi occhietti neri e vispi e riesce sempre a strappargli un sorriso.

1 commento:

  1. Quando io parlo con me in realtà mi rivolgo,al mondo intero e pretendo pure che mi senta, mi faccio di quei discorsi che potrei scrivere testi a personaggi importanti....delle persone stron@e o meglio cattive non parlo, e' fiato sprecato.

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